Sulla Vita Privata degli Artisti

Dellʼautore di unʼopera dʼArte non vorrei sapere quasi nulla. Per quale ragione conoscere la vita privata, le inclinazioni politiche o sessuali? Sapere se Tizio picchia la moglie o se gli piace farsi picchiare da lei. Se beve o si droga. Ciò che conta è il suo lavoro. Mi piace o non mi piace? Mi ha interessato, divertito, stimolato, annoiato? Mi ha fatto vedere il mondo con occhi differenti? Regalato intensi momenti di commozione? Gioia?

Ha importanza che Palahniuk, per esempio, sia omosessuale o che Woody Allen abbia sposato la figlia adottiva della sua ex moglie? Ho sentito giudicare negativamente il regista americano solo sulla base di ciò che racconta la sua famosa accusatrice («No, i suoi film non li vedo, non mi piacciono»).
Se viene commesso un reato, se ne deve occupare la magistratura. Carmelo Bene picchiava sua moglie; infatti è finito in commissariato, ma questo nulla ha tolto alla sua grandezza di artista. Certo, non è stata una bella azione. Certo, mi girano le tasche sapere che uno dei miei registi preferiti ha votato per quella pericolosa macchietta di Trump, o che uno dei più grandi conduttori di musica sia stato sospettato di essere un simpatizzante nazista, ma questo fa parte delle miserie dellʼessere umano. Marlene Dietrich accusava la figlia di averle rovinato il seno.

Errare Humanum Est

Cʼè qualcosa nelle opere dʼarte – la vera Arte, non quella spacciata come tale da certi critici, galleristi o collezionisti – che trascende la dimensione umana dellʼautore. Come grandi artisti riescano a essere, a volte, miserabili, io non lo so, ma so che, nonostante ciò, non posso fare a meno delle loro opere.

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