Recentemente mi sono imbattuto in questo libro di Johnatan Safran Foer, uscito nel 2005.
Bello, commovente, profondo, inaspettato. Da leggere lentamente, più lentamente del solito. Probabilmente uno dei migliori libri che ho letto negli ultimi dieci anni.
Avevo visto il film su blue-ray anni fa, film diretto da Stephen Daldry con Tom Hanks, Sandra Bullock e Thomas Horn, ma lo ricordavo vagamente per cui mi sono immerso nel libro quasi come se venissi a contatto con questa storia per la prima volta.
A New York un ragazzino riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare: “C’è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo”. È l’11 settembre 2001. Tra le cose del padre scomparso il ragazzo trova una busta col nome Black e una chiave: a questi due elementi si aggrappa per riallacciare il rapporto troncato e per compensare un vuoto affettivo che neppure la madre riesce a colmare. Inizia un viaggio nella città alla ricerca del misterioso signor Black: un itinerario ricco di incontri che lo porterà a dare finalmente risposta all’enigmatico ritrovamento e ai propri dubbi.
Mi è piaciuto subito, dalle prime frasi. Sarà uno di quelli che, molto probabilmente, rileggerò nel tempo. Ho visto che ha suscitato lodi e critiche allo stesso tempo, ma credo le critiche siano giunte da puristi della scrittura che considerano certe soluzioni, definite tipografiche, come artifici impuri, astuti, da non utilizzare nelle opere serie. Io credo che qualunque soluzione onesta e organica al racconto sia invece benvenuta se funzionale alla storia. Come in questo caso.
Il libro nella versione originale.
La versione italiana nella traduzione di Massimo Bocchiola.
Il trailer del film.
Il film su Prime Video.