Siamo alla seconda puntata, venerdì 1° ottobre esce la terza. Da giovane ho letto e riletto la trilogia, ma la serie Tv non riesce a trasmettere nulla di quella epopea: la sigla pare un saggio di fine corso; la musica è puramente descrittiva, didascalica, elementare, da universo Marvel (come la sigla); e non riesco a digerire il look semi-fantasy da favoletta adolescenziale – le scene su Trantor, soprattutto, sono terribili. Nonostante la delusione continuerò a guardarla, spero fino alla fine.
Rimangono i certamente bravi attori, in particolare Jared Harris (Hari Seldon) e Lou Llobell (Gaal Dornick).
Mi chiedo cosa ne sarebbe venuto fuori nelle mani di un Denis Villeneuve o un Christopher Nolan (sì, lo so che probabilmente non avrebbero mai fatto da showrunner o da registi di una serie Tv, ma immaginatevi il risultato sulla base di ciò che hanno raggiunto con Arrival e Interstellar).
Peccato, la storia avrebbe meritato molto di più perché forniva tutti i presupposti per un lavoro lungo e soddisfacente. Dovrò rileggermi la trilogia (qui il primo volume della versione italiana) per tentare di levarmi da dosso la brutta sensazione di posticcio e superficiale che mi sta lasciando la serie.
